TECA 4
RIVESTIMENTI - FERRO - ISCRIZIONI - FOSSILI
ANTEFISSE
Le antefisse architettoniche venivano applicate all’esterno dell’edificio in corrispondenza della odierna linea di gronda negli edifici greci, etruschi e romani. Si distinguono in più gruppi, corrispondenti alla loro diversa collocazione sugli elevati e nei vari settori. Su alcuni frammenti rimangono diverse tracce di colore, ad esempio azzurro, rosso, giallo ocra.
L’uso di rivestimenti fittili per ornare complessi residenziali è un fenomeno che trova il suo apice tra l’età augustea e la metà del I secolo d.C., specialmente in edifici legati ad esponenti dell’èlite romana tardo repubblicana e in seguito della stessa famiglia imperiale.
L’impiego delle antefisse risulta prevalente in domus e ville medio-grandi il cui primo impianto è databile all’età augustea. Non sorprende dunque che sistemi decorativi simili potessero trovarsi in residenze di proprietà senatoria.
Nella villa di Rufione prevalgono delle lastre di tipo A (1, 2) e tipo B (3, 4), ma varie sono le decorazioni ritrovate (5, 6, 7).
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MOSAICI
Il mosaico è una composizione pittorica ottenuta mediante l’utilizzo di frammenti di materiali (tesserae, abaculi, tessellae) di diversa natura e colore (pietre, vetro, conchiglie, oro, pietre preziose). Il termine mosaico deriva dal greco µουσαικόν (musaikòn), “opera paziente e degna delle Muse“.
In latino il mosaico veniva chiamato opus musivum, cioè “opera delle Muse“. I mosaici romani di età repubblicana erano prevalentemente composizioni in bianco e nero, con elaborate cornici in cui si rincorrevano motivi geometrici.
Nella villa di Rufione sono assenti i mosaici policromi. Sette stanze sono pavimentate con mosaici bicromi di estrema fattura. Le tessere che lo compongono non superano i 5 millimetri di dimensioni e descrivono motivi con greche, triangoli alternati a rombi o a triangoli dentati (41, 42, 43, 44, 45, 46).
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SUPPELLETTILI E TUBULI
Nella villa di Rufione sono presenti molti tubuli rastremati, fistule adduttrici per impianti idraulici (34) e tubuli cavi a sezione quadrangolare (35) per convogliare aria calda lungo le pareti per l’ipocausto. Varie sono le lastre di cotto per controsoffittature o rivestimenti parietali (36, 37).
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SPICATUM
E’ un sistema antico di pavimentazione, formato da piccoli mattoncini, che venivano posti, per coltello e fra di loro ad angolo retto dando così l’aspetto di tante spighe di grano o spine di pesce.
Utilizzato fin dall’età repubblicana preferibilmente nelle terrazze, nei cortili e in generale nei luoghi soggetti alle intemperie, e per i quali si richiedeva un riparo all’infiltrazione dell’acqua, come negli impianti termali (46,47).
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1° ISCRIZIONE
L’attribuzione della villa è stata possibile grazie al ritrovamento, durante la seconda campagna di scavi, di un’iscrizione in travertino (44, 45) dove possiamo leggere C (gaio) IVLIO (giulio) RVFIONI (rufio) NOBILIS (nobilis) e che viene nominato da Svetonio come generale di Cesare a cui l’imperatore demanda l’amministrazione di tre legioni romane di stanza ad Alessandria d’Egitto.
2° ISCRIZIONE
E’ una dedica ai Lari posta da un dispensator imperiale per il passaggio o il soggiorno di un imperatore il cui nome è abraso già in antico probabilmente in seguito ad una damnatio memoriae (46).
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SEZIONE PALEONTOLOGICA
Le ammoniti esposte fanno parte di una sezione paleontologica dedicata ai Monti Martani ma anche a fossili provenienti da altri Paesi e gentilmente donati dal signor Francesco Baciucco.
I Monti Martani sono figli delle forze geologiche della lunga catena appenninica e sono costituiti da sedimenti marini prevalentemente calcarei. Risalenti come origine al Triassico, circa 220 milioni di anni, rappresentano le prime propaggini di un territorio italiano nel mare della Tetide, un mare con una profondità inferiore ai 100 metri, tra il continente africano a sud e l’Europa a nord. Le loro sommità emergono come piccoli isolotti in piena era dei dinosauri.
Il processo geologico è ancora attivo nel nostro presente, denunciato dalle manifestazioni di movimenti sismici di una certa importanza. Le ammoniti sono comparse nel Devoniano Inferiore (~350 milioni di anni fa) ed estintesi alla fine del Cretaceo, contemporaneamente ai grandi rettili e ai dinosauri (65 milioni di anni fa).
Sono vissute esclusivamente nelle acque marine e sono un gruppo di molluschi cefalopodi (8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15).
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Una parte del museo, la Sezione Etnografica, è dedicata alle tradizioni e alla storia affascinante di questo territorio. Gli oggetti, cortesemente donati dal signor Pietro Vittori, e conservati presso la Sala Mattei, offrono un affascinante viaggio attraverso le usanze, l’artigianato e la vita quotidiana che caratterizzano il patrimonio culturale di questa zona (13, 14, 15, 16, 17).